Cut

Torture
Ci sono gruppi che dovrebbero maledire il semplice ed innocente fatto di essere italiani. Già dovrebbero maledire questo segno del destino con tutte le loro forze. Dovrebbero inveire contro questo insormontabile scoglio che è legato alla loro nazionalità, che in un mercato gestito da americani ed inglesi diventa una palla al piede pesantissima. Dovrebbero pensare che bastava nascere a poche centinaia di chilometri al di là delle Alpi e gli ascoltatori transalpini, mille volte più numerosi che in Italia, avrebbero tributato il giusto, sottolineo giusto, successo alle loro opere musicali. Con questo non voglio dire che i Cut dovrebbero smettere di fare musica, ma soltanto che la loro arte parte già svantaggiata nei confronti di migliaia di band sparse tra Stati Uniti Gran Bretagna, Francia e Germania, insomma le nazioni che fanno la storia del rock internazionale, o quelle che possono contare su un folto pubblico. Non me ne vogliano i Cut se questa momento di sconforto mi è salito mentre ascoltavo il loro nuovo singolo. Non me ne vogliano anche perché Prince sarebbe sicuramente fiero della loro cover se la potesse ascoltare. E' solo una questione di destino.

Formato: cd singolo


(Pubblicato il: 28/11/2013)